domenica 31 maggio 2020

STEP #22

Un'invenzione che cambierà il modo di lavorare

Al giorno d'oggi la tecnica dell'olografia è utilizzata per la proiezione tridimensionale di oggetti e/o persone tramite ologrammi. L'immagine creata è però solo un'illusione. In un futuro più o meno lontano, grazie a sviluppi nell'ottica quantistica e nella meccanica sarà possibile rivoluzionare il mondo del lavoro (e non solo) con un'invenzione sbalorditiva: Solid Holographic Projector.

Questo dispositivo permetterà di creare un ologramma solido, capace di interagire con l'ambiente circostante, e di riprodurre fedelmente le azioni del soggetto rappresentato in tempo reale. La proiezione potrà essere riprodotta anche a grandi distanze, da una nazione all'altra, da un continente all'altro in modo da superare i limiti dello spazio e del tempo. 

Tramite quest'invenzione sarà possibile, ad esempio, per un chirurgo operare un paziente dall'altra parte del mondo senza spostarsi dal proprio ufficio. Inoltre, a breve distanza potranno coesistere più copie dell'ologramma solido, utilizzate per esempio per sollevare materiali pesanti o dipingere una parete. 

Nel prossimo post troverete maggiori informazioni a riguardo.

venerdì 29 maggio 2020

STEP #21

Un brevetto per "lavorare"

Nel dicembre del 1954, l'inventore americano George Devol rivoluzionò il mondo della produzione industriale, depositando il brevetto US2988237A per un programmable article transfer, ovvero un braccio robotico programmabile. Esso viene descritta all'inizio del brevetto come: 
"the present invention makes available for the first time a more or less general purpose machine that has universal application to a vast diversity of applications where cyclic digital control is desired" 
Devol, insieme all'imprenditore Joe Engleberger fondò la prima azienda di robotica al mondo, la Unimation, che nel 1961 produsse Unimate, un robot industriale installato poi in un impianto General Motors.

Foto del primo robot industriale Unimate

Robot industriale articolato che opera in una fonderia


martedì 26 maggio 2020

STEP #20

Lavorare con i materiali

Ci sono una moltitudine di materiali tipici associati al verbo/azione lavorare.
  • Il falegname lavora il legno;
  • Il fabbro lavora il ferro;
  • L’orefice lavora metalli preziosi;
  • Il vasaio lavora l’argilla;
  • Il contadino lavora la terra;
  • Il marmista lavora il marmo;
  • Il pellettiere lavora il cuoio;
  • Il vetraio lavora il vetro

lunedì 25 maggio 2020

STEP #19

"Lavorare" con la scienza dei dati

L'industria 4.0 è una processo di automazione della produzione industriale, volto al miglioramento dell'efficienza degli impianti e della qualità produttiva, che sta rivoluzionando il mondo del lavoro.

Tra i pilastri su cui si fonda l'industria 4.0 troviamo la Data Science, che fornisce i processi mediante i quali vengono raccolte ed esaminate grandi moli di dati per ottenere informazioni utili per migliorare l'attività dell'impresa. 

La Data Science eredita elementi di statistica, data mining, machine learning, ricerca operativa, teoria dell’informazione, programmazione e big data.
Schema Data Science


Riferimenti:

STEP #18

"Lavorare" in un fatto di cronaca

Il lavoro molto spesso è associato ad episodi negativi come licenziamenti o incidenti. Il seguente articolo ci racconta come la Jabil (una multinazionale americana che opera nel settore della produzione di componenti e circuiti elettronici) approfittando del periodo di emergenza causato dalla pandemia, ha intenzioni di licenziare 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise (CE).

Articolo di Rebubblica

La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo ha ribadito la «radicale nullità dei licenziamenti» dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l'emergenza coronavirus, che prevedono il blocco dei licenziamenti e ulteriori settimane di cassa integrazione.

Aggiornamento 03/06/20: ritirati i 190 licenziamenti dall'azienda Jabil.


Riferimenti:

domenica 17 maggio 2020

giovedì 14 maggio 2020

STEP #16

Un protagonista del "lavorare"

Nel marzo del 1989, l'informatico britannico Tim Berners-Lee pubblicò "Information management: a proposal", un documento in cui descriveva un sistema di gestione delle informazioni. L'intuizione di Berners fu alla base di quello che conosciamo oggi con il nome World Wide Web, che nasce ufficialmente nel 6 agosto 1991, quando l'informatico pubblicò il primo sito web.

L'avvento del World Wide Web ha rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologia, che ha avuto un impatto profondo sulla nostra società e sul nostra vita. Anche il mondo del lavoro risulta influenzato, con la creazione di nuove opportunità di lavoro e la nascita di nuove figure professionali, come il web marketing manager, il web designer, il social media manager e molti altri.

Per questo motivo, possiamo considera Tim Berners-Lee come uno dei protagonisti che hanno cambiato il modo di lavorare.

Sir Tim Berners-Lee
Sir Tim Berners-Lee


Riferimenti;

mercoledì 13 maggio 2020

STEP #15

"Lavorare" nel Novecento

Nel 1913 Henry Ford introdusse la prima catena di montaggio nel suo stabilimento River Rouge a Dearborn in Michigan. Alla base della nuova organizzazione della produzione e del lavoro troviamo il nastro trasportatore attorno al quale gli operai assemblavano un unico pezzo della vettura, tramite movimenti ripetitivi e meccanici. La divisione dei compiti di produzione in tempi stabiliti portò ad  un aumento sostanziale del numero finale di prodotti.

Interno azienda automobilistica Ford
Il tempo necessario per completare un'autovettura, scese da 12 ore a meno di 2 ore. Inoltre, grazie ad una produzione che abbassava i costi dell'azienda, il prezzo del prodotto finale scese vertiginosamente: nel 1909 la Ford Modello T costava 900 dollari, nel 1925 ne costava 290, rendendola alla portata della classe media.


Riferimenti:

giovedì 7 maggio 2020

STEP #14

"Lavorare" nell'Ottocento

Nel pieno della Rivoluzione Industriale vengono inventate le macchine che "lavorano", meglio conosciute come macchine utensili. Esse sono capaci di trasformare oggetti di qualsiasi materiale nella loro forma e dimensione. e vengono utilizzate per la produzione dei pezzi meccanici come chiodi, ingranaggi e viti. Diventano di fondamentale importanza per l'industria e sono necessari per la costruzione di nuovi macchinari in ferro come locomotive, telai meccanici e macchine per la produzione energetica, come la macchina a vapore.

Nel capitolo 4 del libro Storia delle macchine di Vittorio Marchis, vediamo come le macchine utensili siano presenti nelle industrie italiane:

"l'officina meccanica dell'Ansaldo, a Genova Sampierdarena, può contare su un parco macchine utensili di 163 unità. Nelle fucine si installano magli a vapore. La stessa Breda, che nel 1884 era una fabbrica di meccanica generala che lavorava «in ogni sorta di costruzioni», viene fortemente rinnovata. Per la linea di produzione delle locomotive sono installate 100 macchine utensili: torni, pialle, limatrici, fresatrici «destinate all'esclusiva lavorazione di determinati pezzi di locomotiva, sempre i medesimi su ogni macchina e sempre affidati allo stesso operaio»."


Riferimenti:

mercoledì 6 maggio 2020

STEP #13

"Lavorare" nel Settecento

Una delle più importanti innovazioni tecnologiche avvenute durante la prima rivoluzione industriale fu l'invenzione della macchina a vapore, dovuta a James Watt. Essa permetteva la trasformazione dell'energia chimica fornita dalla combustione del carbone, in energia meccanica rotazionale. Fu applicata in numerosi settori produttivi e determinò un rapidissimo sviluppo industriale.

Macchina a vapore

Nacquero le prime fabbriche, alimentate dalle macchine a vapore, che rivoluzionarono il modo di lavorare: i ritmi lavorativi erano infatti strettamente vincolati ai macchinari che giorno e notte dovevano essere alimentati; inoltre vi è una maggiore divisione del lavoro, che è semplificato, ripetitivo, scarsamente qualificato. 

Interno di una fabbrica metalmeccanica

venerdì 1 maggio 2020

STEP #12 (seconda parte)

"Lavorare" nell'età moderna

Nel periodo che va tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, la figura dell'ingegnere comincia ad assumere una notevole importanza nella società. I tecnici più qualificati erano richiesti nelle principali corti della penisola italiana ed ad essi venivano assegnati compiti di diverso tipo: dalla progettazione e costruzione di regge e palazzi, ponti, canali navigabili, dighe, alla messa in opera di fortificazioni e di strumenti bellici, oltre a opere di pittura, di scultura, di disegno e di architettura.

Furono introdotte diverse macchine per agevolare il lavoro dell'uomo, come l'argano e la gru (la cui origine risale però all'antica Grecia). Nella fase di chiusura dell'occhio della cupola del Duomo di Firenze (avvenuta dopo la morte di Brunelleschi) fu utilizzata probabilmente una gru girevole. L'albero verticale della gru, alto circa 20 metri, veniva manovrato da un lungo timone e poteva ruotare di 360°. Il peso veniva sollevato o abbassato mediante una vite verticale. Per il funzionamento della gru erano necessarie quattro squadre di operai: una faceva ruotare la gru; due squadre azionavano le viti per lo spostamento radiale del carico e del contrappeso; una quarta, infine, azionava la vite verticale. 

Disegno di Leonardo da Vinci della gru girevole


Riferimenti:

STEP #12

"Lavorare" nel Medioevo

Tra il X e il XIV secolo l'Europa visse un periodo di grande crescita, grazie soprattutto alle numerose invenzioni tecniche che favoriscono lo sviluppo dell'agricoltura e del commercio, come il mulino ad acqua e l'aratro pesante.

Il mulino ad acqua era già noto nel II secolo a.C. nell'Europa orientale e poi presso i Romani, come testimoniano il trattato De Architettura di Vitruvio, e un'epigramma dell'Antologia Greca del poeta Antipatro di Tessalonica, nel quale viene descritto il funzionamento di un mulino. A partire dal IX secolo i mulini ad acqua cominciarono a comparire in Europa. L'energia idraulica portò ad un aumento della produttività mai visto prima: lo storico francese Jean Gimpel, in La révolution industrielle du Moyen Age, ritiene che un mulino semplice permetteva di macinare in un’ora circa 150 chilogrammi di grano, cosa che invece fino ad allora si poteva fare solo utilizzando quaranta schiavi. 

Spaccato di un mulino ad acqua

A partire dal 1185, in Europa si diffuse anche il mulino a vento verticale, che fece la prima comparsa nel villaggio di Yorkshire. Esso era formato da un asse ruotante su cui erano fissate le vele delle pale, in modo da permettere al mulino di ricevere il vento frontalmente.

Nel XI secolo, nel nord della Francia, fece la sua comparsa un nuovo tipo di aratro, che sostituisce quello semplice senza carrello dei Romani. Esso è composto da un ferro tagliente che penetra facilmente nel terreno, da un vomere asimmetrico e da un versoio ricurvo che proietta la terra di lato. Questo attrezzo era inoltre dotato di un carrello a due ruote per facilitare lo spostamento.

Contadini al lavoro nei campi


Riferimenti: