venerdì 24 aprile 2020

STEP #11

"Lavorare" al tempo del Covid

La diffusione del Covid-19, oltre a cambiare il nostro modo di vivere, ha modificato anche il modo di lavorare. L'emergenza ha portato alla chiusura totale o parziale di numerose attività produttive, causando licenziamenti e riduzione dei salari. 

(https://www.vox.com/2020/3/26/21195171/new-unemployment-claims-march-21)

Una parte dei lavoratori, come gli insegnanti ed i dipendenti delle aziende, può continuare il proprio lavoro da casa. Tutto ciò è possibile grazie a software di messaggistica istantanea e di video conferenza come Skype o Zoom ed altre tecnologie digitali. Questo nuovo modo di lavorare è in grado di portare notevoli vantaggi alle organizzazioni che lo utilizzano, sia dal punto di vista della produttività che dal miglioramento della vita del lavoratore, e verrà utilizzato sempre di più anche quando ritorneremo alla normalità.

Ci sono anche aspetti negativi da considerare, come la mancanza di interazione faccia a faccia, che comporta una maggiore difficoltà nella comunicazione e nel rapportarsi con gli altri. In alcuni casi, lavorare da casa può rallentare i ritmi lavorativi avendo più motivi di distrazione. 

venerdì 17 aprile 2020

STEP #10

"Lavorare" nel cinema

Tempi moderni (Modern Times) è il primo film a portare sullo schermo, in chiave comica, il rapporto uomo-macchina e l'alienazione della modernità. Nella scena che segue vediamo un operaio di nome Charlot, il cui compito è quello di stringere i bulloni in una catena di montaggio. A causa dei gesti ripetitivi e dei ritmi disumani, egli perde la propria sanità mentale.

sabato 11 aprile 2020

STEP #09

"Lavorare" nelle arti figurative

Il lavoro e i lavoratori sono i protagonisti dell’arte italiana nel Novecento, quando numerosi artisti scelgono di rappresentare la classe lavoratrice e raccontare quello che l'uomo è diventato grazie al lavoro manuale, alla fabbrica ed alle macchine.

Tato (Guglielmo Sansoni) - Il lavoro, 1930 - Raccolta d’arte della Cgil


Pino Ponti - Entrata nel cantiere, 1957 - Galleria Civica d'Arte Contemporanea

STEP #08

"Lavorare" nel mondo antico

La tecnologia è stata (ed è ancora) di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'uomo. In questo post andremo a conoscere quelle che sono state le invenzioni più importanti dell'uomo fino alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, in particolare quelle che hanno segnato le attività lavorative.

L'uso di attrezzi e strumenti per facilitare il lavoro manuale risale all'età della pietra. Al Paleolitico risalgono le prime testimonianze dell'uso dell'ascia a mano e di coltelli primitivi per tagliare pellame, carni di animali ed altro. Nel Neolitico, con la nascita dell'agricoltura si sviluppano i primi strumenti agricoli: falci ricavate dalla lavorazione delle mandibole degli animali, sostituite poi dalle zappe e successivamente dall'aratro, descritto da Goguet in Della Origine Delle Leggi, Delle Arti, E Delle Scienze, E Dei Loro Progressi Presso Gli Antichi Popoli come un attrezzo "composto d'un sol pezzo di legno assai lungo, e curvato in modo che una parte si profondasse nella terra, e l'altra servisse per accoppiare i bovi". Sempre nel Neolitico nacque la macina di pietra, utilizzata per schiacciare i cereali raccolti e ottenere la farina. Essa è formata da due parti: la macina, costituita da una grossa pietra e ruvida e il macinello che si sposta avanti e indietro.

Intorno al 3000 a.C. in Egitto ed in Mesopotamia vengono prodotti i primi strumenti in rame: seghe, coltelli, rasoi, aghi, chiodi. Anche il martello appare in Europa nell'età del bronzo: i Greci facevano risalire la sua origine al leggendario re di Creta Cinira, al quale attribuivano anche l'invenzione dell'incudine e della tenaglia. 


domenica 5 aprile 2020

STEP #07

"Lavorare" nella poesia

Numerose sono le opere poetiche in cui è presente l'azione del lavorare. 
Nella terza sezione della raccolta di poesie Lavorare stanca dello scrittore Cesare Pavese, troviamo una descrizione della fatica dei lavoratori:
"I lavori cominciano all'alba. Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada...
La città ci permette di alzare la testa
a pensarci, e sa bene che poi la chiniamo"
Nelle Georgiche, poema di Virgilio, viene esaltato il duro lavoro, senza il quale non ci potrebbe essere progresso:
"La cura dei campi volle difficile il Padre
stesso e primo li mosse per arte pungendo
i cuori mortali d’affanno né sonno permise
pesante al suo regno (…)
perché meditando l’uomo foggiasse col tempo
le arti diverse e l’erba del grano cercasse
coi solchi e il fuoco nascosto destasse dai sassi.
(…) Tutto vince il lavoro
continuo e nell’aspra giornata l’urgente miseria”
Nella filastrocca Il vecchio muratore, Gianni Rodari parla della vita di un muratore:
"Ho girato mezzo mondo
con la cazzuola e il filo di piombo,
ho fabbricato con le mie mani
cento palazzi di dieci piani:
tutti in fila li vedo qua
e mi fanno una grande città.
Ma per me e per la mia vecchia
non ho che questa catapecchia.
Sono di legno le pareti,
le finestre non hanno vetri
e dal tetto di paglia e di latta
piove in tutta la baracca.
Dalla città che ho costruito,
non so perchè sono stato bandito.
Ho lavorato per tutti: perché
nessuno ha lavorato per me?"

Riferimenti:

STEP #06

"Lavorare" nella letteratura

Nella letteratura italiana il tema del lavoro assume un certo rilievo alla fine del XIX secolo concentrandosi in particolare sul lavoro dei campi e sullo sfruttamento del lavoro in società rurali o arcaiche. Nel romanzo di Giovanni Verga I Malavoglia, il lavoro è fondamentale per la definizione della propria esistenza, infatti la famiglia di pescatori di Aci Trezza incentra la propria vita sul "lavoro delle braccia" come possiamo vedere nel seguente estratto:
"I Malavoglia si arrabattavano in tutti i modi per far quattrini. La Longa prendeva qualche rotolo di tela da tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ‘Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, a raccomodar nasse, e mettere in ordine degli attrezzi, ché era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo fratello ‘Ntoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava a trasportar sassi nel corbello; ma Luca non badava che si sciupava anche le spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte arrivava sino all’Ognina e al Capo dei Mulini, e tornava coi piedi in sangue"

Riferimenti:

giovedì 2 aprile 2020

STEP #05

Lavoro e pubblicità

L'azione "lavorare" è un tema presente in numerose pubblicità.


Nel primo esempio, vediamo come un artigiano dell'azienda poltronesofà sia riuscito a trasmettere la passione per il proprio lavoro al figlio.



In questi spot invece, si promuove un modello di scarpe antinfortunistiche, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone che lavorano.


L'importanza della sicurezza dei lavoratori viene ribadita in questa campagna di sensibilizzazione, dove U-POWER invita le persone a rimanere a casa in questo periodo di difficoltà.


In questa pubblicità progresso invece, viene affrontato uno dei più grandi problemi nel mondo del lavoro, il gender gap.