domenica 5 aprile 2020

STEP #06

"Lavorare" nella letteratura

Nella letteratura italiana il tema del lavoro assume un certo rilievo alla fine del XIX secolo concentrandosi in particolare sul lavoro dei campi e sullo sfruttamento del lavoro in società rurali o arcaiche. Nel romanzo di Giovanni Verga I Malavoglia, il lavoro è fondamentale per la definizione della propria esistenza, infatti la famiglia di pescatori di Aci Trezza incentra la propria vita sul "lavoro delle braccia" come possiamo vedere nel seguente estratto:
"I Malavoglia si arrabattavano in tutti i modi per far quattrini. La Longa prendeva qualche rotolo di tela da tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ‘Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, a raccomodar nasse, e mettere in ordine degli attrezzi, ché era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo fratello ‘Ntoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava a trasportar sassi nel corbello; ma Luca non badava che si sciupava anche le spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte arrivava sino all’Ognina e al Capo dei Mulini, e tornava coi piedi in sangue"

Riferimenti:

Nessun commento:

Posta un commento