domenica 5 aprile 2020

STEP #07

"Lavorare" nella poesia

Numerose sono le opere poetiche in cui è presente l'azione del lavorare. 
Nella terza sezione della raccolta di poesie Lavorare stanca dello scrittore Cesare Pavese, troviamo una descrizione della fatica dei lavoratori:
"I lavori cominciano all'alba. Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada...
La città ci permette di alzare la testa
a pensarci, e sa bene che poi la chiniamo"
Nelle Georgiche, poema di Virgilio, viene esaltato il duro lavoro, senza il quale non ci potrebbe essere progresso:
"La cura dei campi volle difficile il Padre
stesso e primo li mosse per arte pungendo
i cuori mortali d’affanno né sonno permise
pesante al suo regno (…)
perché meditando l’uomo foggiasse col tempo
le arti diverse e l’erba del grano cercasse
coi solchi e il fuoco nascosto destasse dai sassi.
(…) Tutto vince il lavoro
continuo e nell’aspra giornata l’urgente miseria”
Nella filastrocca Il vecchio muratore, Gianni Rodari parla della vita di un muratore:
"Ho girato mezzo mondo
con la cazzuola e il filo di piombo,
ho fabbricato con le mie mani
cento palazzi di dieci piani:
tutti in fila li vedo qua
e mi fanno una grande città.
Ma per me e per la mia vecchia
non ho che questa catapecchia.
Sono di legno le pareti,
le finestre non hanno vetri
e dal tetto di paglia e di latta
piove in tutta la baracca.
Dalla città che ho costruito,
non so perchè sono stato bandito.
Ho lavorato per tutti: perché
nessuno ha lavorato per me?"

Riferimenti:

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