domenica 22 marzo 2020

STEP #01 bis

Il lavoro in (quasi) tutte le lingue del mondo

In questa seconda parte del primo post, andremo a confrontare le diverse traduzioni del verbo lavorare in alcune lingue straniere. 

Per le lingue romanze (derivate dal latino) il termine lavorare rimanda agli aspetti più negativi del lavoro: trabajar (spagnolo), travailler (francese), trabalhar (portoghese) hanno la loro radice nella stessa parola latina tripalium (tre pali), uno strumento di tortura utilizzato per punire gli schiavi. Di fatto in italiano troviamo ancora quest'idea di sofferenza nella parola travaglio, utilizzata per indicare i dolori durante il parto. 
Invece in tedesco la parola lavorare viene tradotta in arbeiten, che proviene dal termine indoeuropeo *hórbos (orfano o schiavo) legato al concetto di mancanza o necessità. 
In inglese il verbo work deriva da una fusione tra wyrcan (dall'inglese antico, "fare, costruire, produrre") e *wurkjanan  (dal protogermanico, "sforzare, lottare").
In arabo عَمَل (ʿamila) ed in ebraico עבודה (avodá) il termine lavorare è un calco semantico dal latino vīs.

Nella letteratura italiana, troviamo già il verbo lavorare in Della caducità della vita umana, una poesia del XIII° secolo di un autore anonimo.

Lavorare nel senso di "esercitare un'attività che richiede uno sforzo" lo si ritrova anche nella letteratura medievale francese del XIII° secolo in Poème moral. Mentre lavorare nel senso di "esercitare un'attività che per la sussistenza" è utilizzato in un documento del 1534 indicato a pagina 63 in "Ouvriers du Temps Passé: XVe-XVIe Siècles" di Henri Hauser.

La definizione del verbo lavorare la trovate nel primo post

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