venerdì 5 giugno 2020

STEP #25

Sintesi finale

L'analisi del verbo/azione lavorare inizia con la ricerca della definizione e dell'origine del termine, seguita poi dalla sua traduzione in altre lingue. Dopo aver rappresentato il tema di questo blog con un'immagine simbolo, ci siamo avvicinati al mondo della pubblicità, trovando in numerosi spot pubblicitari la sua presenza

La nostra analisi continua poi nel mondo dell'arte: nella letteratura, nella poesia, nella pittura e nel cinema. Anche nella mitologia sono presenti dei riferimenti al verbo lavorare.

Successivamente, la nostra attenzione si è focalizzata sul rapporto tra il verbo e la storia della tecnologia, scoprendo le innovazioni che hanno rivoluzionato il mondo del lavoro: l'aratro, il mulino ad acqua, la gru, la macchina a vapore, le macchine utensili, la catena di montaggio e Unimate, il primo braccio robotico industriale, di cui si è analizzato il brevetto. Inoltre, sono stati selezionati alcuni materiali che possono essere ricondotti al verbo lavorare analizzando, inoltre, i rapporti tra la Data Science e il verbo stesso.

Con uno sguardo al futuro, è stata descritta un'invenzione (non ancora possibile) che, un giorno, potrà davvero cambiare il modo di lavorare, illustrandola in un volantino pubblicitario

È stato scelto come testimonial del verbo sotto indagine Tim Berners-Lee che, inventando il web, ha avuto un profondo impatto sulle attività lavorative dell'uomo.

L'attuale emergenza sanitaria, dovuta alla diffusione della pandemia Covid-19, è stata commentata in relazione al lavorare, ed  è stata ricercata la presenza del verbo all'interno di un fatto di cronaca.

Infine, sono stati realizzati un abbecedario ed una mappa concettuale incentrati sul termine sotto indagine. 

Guida agli step

domenica 31 maggio 2020

STEP #22

Un'invenzione che cambierà il modo di lavorare

Al giorno d'oggi la tecnica dell'olografia è utilizzata per la proiezione tridimensionale di oggetti e/o persone tramite ologrammi. L'immagine creata è però solo un'illusione. In un futuro più o meno lontano, grazie a sviluppi nell'ottica quantistica e nella meccanica sarà possibile rivoluzionare il mondo del lavoro (e non solo) con un'invenzione sbalorditiva: Solid Holographic Projector.

Questo dispositivo permetterà di creare un ologramma solido, capace di interagire con l'ambiente circostante, e di riprodurre fedelmente le azioni del soggetto rappresentato in tempo reale. La proiezione potrà essere riprodotta anche a grandi distanze, da una nazione all'altra, da un continente all'altro in modo da superare i limiti dello spazio e del tempo. 

Tramite quest'invenzione sarà possibile, ad esempio, per un chirurgo operare un paziente dall'altra parte del mondo senza spostarsi dal proprio ufficio. Inoltre, a breve distanza potranno coesistere più copie dell'ologramma solido, utilizzate per esempio per sollevare materiali pesanti o dipingere una parete. 

Nel prossimo post troverete maggiori informazioni a riguardo.

venerdì 29 maggio 2020

STEP #21

Un brevetto per "lavorare"

Nel dicembre del 1954, l'inventore americano George Devol rivoluzionò il mondo della produzione industriale, depositando il brevetto US2988237A per un programmable article transfer, ovvero un braccio robotico programmabile. Esso viene descritta all'inizio del brevetto come: 
"the present invention makes available for the first time a more or less general purpose machine that has universal application to a vast diversity of applications where cyclic digital control is desired" 
Devol, insieme all'imprenditore Joe Engleberger fondò la prima azienda di robotica al mondo, la Unimation, che nel 1961 produsse Unimate, un robot industriale installato poi in un impianto General Motors.

Foto del primo robot industriale Unimate

Robot industriale articolato che opera in una fonderia


martedì 26 maggio 2020

STEP #20

Lavorare con i materiali

Ci sono una moltitudine di materiali tipici associati al verbo/azione lavorare.
  • Il falegname lavora il legno;
  • Il fabbro lavora il ferro;
  • L’orefice lavora metalli preziosi;
  • Il vasaio lavora l’argilla;
  • Il contadino lavora la terra;
  • Il marmista lavora il marmo;
  • Il pellettiere lavora il cuoio;
  • Il vetraio lavora il vetro

lunedì 25 maggio 2020

STEP #19

"Lavorare" con la scienza dei dati

L'industria 4.0 è una processo di automazione della produzione industriale, volto al miglioramento dell'efficienza degli impianti e della qualità produttiva, che sta rivoluzionando il mondo del lavoro.

Tra i pilastri su cui si fonda l'industria 4.0 troviamo la Data Science, che fornisce i processi mediante i quali vengono raccolte ed esaminate grandi moli di dati per ottenere informazioni utili per migliorare l'attività dell'impresa. 

La Data Science eredita elementi di statistica, data mining, machine learning, ricerca operativa, teoria dell’informazione, programmazione e big data.
Schema Data Science


Riferimenti:

STEP #18

"Lavorare" in un fatto di cronaca

Il lavoro molto spesso è associato ad episodi negativi come licenziamenti o incidenti. Il seguente articolo ci racconta come la Jabil (una multinazionale americana che opera nel settore della produzione di componenti e circuiti elettronici) approfittando del periodo di emergenza causato dalla pandemia, ha intenzioni di licenziare 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise (CE).

Articolo di Rebubblica

La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo ha ribadito la «radicale nullità dei licenziamenti» dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l'emergenza coronavirus, che prevedono il blocco dei licenziamenti e ulteriori settimane di cassa integrazione.

Aggiornamento 03/06/20: ritirati i 190 licenziamenti dall'azienda Jabil.


Riferimenti:

domenica 17 maggio 2020

giovedì 14 maggio 2020

STEP #16

Un protagonista del "lavorare"

Nel marzo del 1989, l'informatico britannico Tim Berners-Lee pubblicò "Information management: a proposal", un documento in cui descriveva un sistema di gestione delle informazioni. L'intuizione di Berners fu alla base di quello che conosciamo oggi con il nome World Wide Web, che nasce ufficialmente nel 6 agosto 1991, quando l'informatico pubblicò il primo sito web.

L'avvento del World Wide Web ha rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologia, che ha avuto un impatto profondo sulla nostra società e sul nostra vita. Anche il mondo del lavoro risulta influenzato, con la creazione di nuove opportunità di lavoro e la nascita di nuove figure professionali, come il web marketing manager, il web designer, il social media manager e molti altri.

Per questo motivo, possiamo considera Tim Berners-Lee come uno dei protagonisti che hanno cambiato il modo di lavorare.

Sir Tim Berners-Lee
Sir Tim Berners-Lee


Riferimenti;

mercoledì 13 maggio 2020

STEP #15

"Lavorare" nel Novecento

Nel 1913 Henry Ford introdusse la prima catena di montaggio nel suo stabilimento River Rouge a Dearborn in Michigan. Alla base della nuova organizzazione della produzione e del lavoro troviamo il nastro trasportatore attorno al quale gli operai assemblavano un unico pezzo della vettura, tramite movimenti ripetitivi e meccanici. La divisione dei compiti di produzione in tempi stabiliti portò ad  un aumento sostanziale del numero finale di prodotti.

Interno azienda automobilistica Ford
Il tempo necessario per completare un'autovettura, scese da 12 ore a meno di 2 ore. Inoltre, grazie ad una produzione che abbassava i costi dell'azienda, il prezzo del prodotto finale scese vertiginosamente: nel 1909 la Ford Modello T costava 900 dollari, nel 1925 ne costava 290, rendendola alla portata della classe media.


Riferimenti:

giovedì 7 maggio 2020

STEP #14

"Lavorare" nell'Ottocento

Nel pieno della Rivoluzione Industriale vengono inventate le macchine che "lavorano", meglio conosciute come macchine utensili. Esse sono capaci di trasformare oggetti di qualsiasi materiale nella loro forma e dimensione. e vengono utilizzate per la produzione dei pezzi meccanici come chiodi, ingranaggi e viti. Diventano di fondamentale importanza per l'industria e sono necessari per la costruzione di nuovi macchinari in ferro come locomotive, telai meccanici e macchine per la produzione energetica, come la macchina a vapore.

Nel capitolo 4 del libro Storia delle macchine di Vittorio Marchis, vediamo come le macchine utensili siano presenti nelle industrie italiane:

"l'officina meccanica dell'Ansaldo, a Genova Sampierdarena, può contare su un parco macchine utensili di 163 unità. Nelle fucine si installano magli a vapore. La stessa Breda, che nel 1884 era una fabbrica di meccanica generala che lavorava «in ogni sorta di costruzioni», viene fortemente rinnovata. Per la linea di produzione delle locomotive sono installate 100 macchine utensili: torni, pialle, limatrici, fresatrici «destinate all'esclusiva lavorazione di determinati pezzi di locomotiva, sempre i medesimi su ogni macchina e sempre affidati allo stesso operaio»."


Riferimenti:

mercoledì 6 maggio 2020

STEP #13

"Lavorare" nel Settecento

Una delle più importanti innovazioni tecnologiche avvenute durante la prima rivoluzione industriale fu l'invenzione della macchina a vapore, dovuta a James Watt. Essa permetteva la trasformazione dell'energia chimica fornita dalla combustione del carbone, in energia meccanica rotazionale. Fu applicata in numerosi settori produttivi e determinò un rapidissimo sviluppo industriale.

Macchina a vapore

Nacquero le prime fabbriche, alimentate dalle macchine a vapore, che rivoluzionarono il modo di lavorare: i ritmi lavorativi erano infatti strettamente vincolati ai macchinari che giorno e notte dovevano essere alimentati; inoltre vi è una maggiore divisione del lavoro, che è semplificato, ripetitivo, scarsamente qualificato. 

Interno di una fabbrica metalmeccanica

venerdì 1 maggio 2020

STEP #12 (seconda parte)

"Lavorare" nell'età moderna

Nel periodo che va tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, la figura dell'ingegnere comincia ad assumere una notevole importanza nella società. I tecnici più qualificati erano richiesti nelle principali corti della penisola italiana ed ad essi venivano assegnati compiti di diverso tipo: dalla progettazione e costruzione di regge e palazzi, ponti, canali navigabili, dighe, alla messa in opera di fortificazioni e di strumenti bellici, oltre a opere di pittura, di scultura, di disegno e di architettura.

Furono introdotte diverse macchine per agevolare il lavoro dell'uomo, come l'argano e la gru (la cui origine risale però all'antica Grecia). Nella fase di chiusura dell'occhio della cupola del Duomo di Firenze (avvenuta dopo la morte di Brunelleschi) fu utilizzata probabilmente una gru girevole. L'albero verticale della gru, alto circa 20 metri, veniva manovrato da un lungo timone e poteva ruotare di 360°. Il peso veniva sollevato o abbassato mediante una vite verticale. Per il funzionamento della gru erano necessarie quattro squadre di operai: una faceva ruotare la gru; due squadre azionavano le viti per lo spostamento radiale del carico e del contrappeso; una quarta, infine, azionava la vite verticale. 

Disegno di Leonardo da Vinci della gru girevole


Riferimenti:

STEP #12

"Lavorare" nel Medioevo

Tra il X e il XIV secolo l'Europa visse un periodo di grande crescita, grazie soprattutto alle numerose invenzioni tecniche che favoriscono lo sviluppo dell'agricoltura e del commercio, come il mulino ad acqua e l'aratro pesante.

Il mulino ad acqua era già noto nel II secolo a.C. nell'Europa orientale e poi presso i Romani, come testimoniano il trattato De Architettura di Vitruvio, e un'epigramma dell'Antologia Greca del poeta Antipatro di Tessalonica, nel quale viene descritto il funzionamento di un mulino. A partire dal IX secolo i mulini ad acqua cominciarono a comparire in Europa. L'energia idraulica portò ad un aumento della produttività mai visto prima: lo storico francese Jean Gimpel, in La révolution industrielle du Moyen Age, ritiene che un mulino semplice permetteva di macinare in un’ora circa 150 chilogrammi di grano, cosa che invece fino ad allora si poteva fare solo utilizzando quaranta schiavi. 

Spaccato di un mulino ad acqua

A partire dal 1185, in Europa si diffuse anche il mulino a vento verticale, che fece la prima comparsa nel villaggio di Yorkshire. Esso era formato da un asse ruotante su cui erano fissate le vele delle pale, in modo da permettere al mulino di ricevere il vento frontalmente.

Nel XI secolo, nel nord della Francia, fece la sua comparsa un nuovo tipo di aratro, che sostituisce quello semplice senza carrello dei Romani. Esso è composto da un ferro tagliente che penetra facilmente nel terreno, da un vomere asimmetrico e da un versoio ricurvo che proietta la terra di lato. Questo attrezzo era inoltre dotato di un carrello a due ruote per facilitare lo spostamento.

Contadini al lavoro nei campi


Riferimenti:

venerdì 24 aprile 2020

STEP #11

"Lavorare" al tempo del Covid

La diffusione del Covid-19, oltre a cambiare il nostro modo di vivere, ha modificato anche il modo di lavorare. L'emergenza ha portato alla chiusura totale o parziale di numerose attività produttive, causando licenziamenti e riduzione dei salari. 

(https://www.vox.com/2020/3/26/21195171/new-unemployment-claims-march-21)

Una parte dei lavoratori, come gli insegnanti ed i dipendenti delle aziende, può continuare il proprio lavoro da casa. Tutto ciò è possibile grazie a software di messaggistica istantanea e di video conferenza come Skype o Zoom ed altre tecnologie digitali. Questo nuovo modo di lavorare è in grado di portare notevoli vantaggi alle organizzazioni che lo utilizzano, sia dal punto di vista della produttività che dal miglioramento della vita del lavoratore, e verrà utilizzato sempre di più anche quando ritorneremo alla normalità.

Ci sono anche aspetti negativi da considerare, come la mancanza di interazione faccia a faccia, che comporta una maggiore difficoltà nella comunicazione e nel rapportarsi con gli altri. In alcuni casi, lavorare da casa può rallentare i ritmi lavorativi avendo più motivi di distrazione. 

venerdì 17 aprile 2020

STEP #10

"Lavorare" nel cinema

Tempi moderni (Modern Times) è il primo film a portare sullo schermo, in chiave comica, il rapporto uomo-macchina e l'alienazione della modernità. Nella scena che segue vediamo un operaio di nome Charlot, il cui compito è quello di stringere i bulloni in una catena di montaggio. A causa dei gesti ripetitivi e dei ritmi disumani, egli perde la propria sanità mentale.

sabato 11 aprile 2020

STEP #09

"Lavorare" nelle arti figurative

Il lavoro e i lavoratori sono i protagonisti dell’arte italiana nel Novecento, quando numerosi artisti scelgono di rappresentare la classe lavoratrice e raccontare quello che l'uomo è diventato grazie al lavoro manuale, alla fabbrica ed alle macchine.

Tato (Guglielmo Sansoni) - Il lavoro, 1930 - Raccolta d’arte della Cgil


Pino Ponti - Entrata nel cantiere, 1957 - Galleria Civica d'Arte Contemporanea

STEP #08

"Lavorare" nel mondo antico

La tecnologia è stata (ed è ancora) di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'uomo. In questo post andremo a conoscere quelle che sono state le invenzioni più importanti dell'uomo fino alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, in particolare quelle che hanno segnato le attività lavorative.

L'uso di attrezzi e strumenti per facilitare il lavoro manuale risale all'età della pietra. Al Paleolitico risalgono le prime testimonianze dell'uso dell'ascia a mano e di coltelli primitivi per tagliare pellame, carni di animali ed altro. Nel Neolitico, con la nascita dell'agricoltura si sviluppano i primi strumenti agricoli: falci ricavate dalla lavorazione delle mandibole degli animali, sostituite poi dalle zappe e successivamente dall'aratro, descritto da Goguet in Della Origine Delle Leggi, Delle Arti, E Delle Scienze, E Dei Loro Progressi Presso Gli Antichi Popoli come un attrezzo "composto d'un sol pezzo di legno assai lungo, e curvato in modo che una parte si profondasse nella terra, e l'altra servisse per accoppiare i bovi". Sempre nel Neolitico nacque la macina di pietra, utilizzata per schiacciare i cereali raccolti e ottenere la farina. Essa è formata da due parti: la macina, costituita da una grossa pietra e ruvida e il macinello che si sposta avanti e indietro.

Intorno al 3000 a.C. in Egitto ed in Mesopotamia vengono prodotti i primi strumenti in rame: seghe, coltelli, rasoi, aghi, chiodi. Anche il martello appare in Europa nell'età del bronzo: i Greci facevano risalire la sua origine al leggendario re di Creta Cinira, al quale attribuivano anche l'invenzione dell'incudine e della tenaglia. 


domenica 5 aprile 2020

STEP #07

"Lavorare" nella poesia

Numerose sono le opere poetiche in cui è presente l'azione del lavorare. 
Nella terza sezione della raccolta di poesie Lavorare stanca dello scrittore Cesare Pavese, troviamo una descrizione della fatica dei lavoratori:
"I lavori cominciano all'alba. Ma noi cominciamo
un po' prima dell'alba a incontrare noi stessi
nella gente che va per la strada...
La città ci permette di alzare la testa
a pensarci, e sa bene che poi la chiniamo"
Nelle Georgiche, poema di Virgilio, viene esaltato il duro lavoro, senza il quale non ci potrebbe essere progresso:
"La cura dei campi volle difficile il Padre
stesso e primo li mosse per arte pungendo
i cuori mortali d’affanno né sonno permise
pesante al suo regno (…)
perché meditando l’uomo foggiasse col tempo
le arti diverse e l’erba del grano cercasse
coi solchi e il fuoco nascosto destasse dai sassi.
(…) Tutto vince il lavoro
continuo e nell’aspra giornata l’urgente miseria”
Nella filastrocca Il vecchio muratore, Gianni Rodari parla della vita di un muratore:
"Ho girato mezzo mondo
con la cazzuola e il filo di piombo,
ho fabbricato con le mie mani
cento palazzi di dieci piani:
tutti in fila li vedo qua
e mi fanno una grande città.
Ma per me e per la mia vecchia
non ho che questa catapecchia.
Sono di legno le pareti,
le finestre non hanno vetri
e dal tetto di paglia e di latta
piove in tutta la baracca.
Dalla città che ho costruito,
non so perchè sono stato bandito.
Ho lavorato per tutti: perché
nessuno ha lavorato per me?"

Riferimenti:

STEP #06

"Lavorare" nella letteratura

Nella letteratura italiana il tema del lavoro assume un certo rilievo alla fine del XIX secolo concentrandosi in particolare sul lavoro dei campi e sullo sfruttamento del lavoro in società rurali o arcaiche. Nel romanzo di Giovanni Verga I Malavoglia, il lavoro è fondamentale per la definizione della propria esistenza, infatti la famiglia di pescatori di Aci Trezza incentra la propria vita sul "lavoro delle braccia" come possiamo vedere nel seguente estratto:
"I Malavoglia si arrabattavano in tutti i modi per far quattrini. La Longa prendeva qualche rotolo di tela da tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ‘Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, a raccomodar nasse, e mettere in ordine degli attrezzi, ché era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo fratello ‘Ntoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava a trasportar sassi nel corbello; ma Luca non badava che si sciupava anche le spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte arrivava sino all’Ognina e al Capo dei Mulini, e tornava coi piedi in sangue"

Riferimenti:

giovedì 2 aprile 2020

STEP #05

Lavoro e pubblicità

L'azione "lavorare" è un tema presente in numerose pubblicità.


Nel primo esempio, vediamo come un artigiano dell'azienda poltronesofà sia riuscito a trasmettere la passione per il proprio lavoro al figlio.



In questi spot invece, si promuove un modello di scarpe antinfortunistiche, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone che lavorano.


L'importanza della sicurezza dei lavoratori viene ribadita in questa campagna di sensibilizzazione, dove U-POWER invita le persone a rimanere a casa in questo periodo di difficoltà.


In questa pubblicità progresso invece, viene affrontato uno dei più grandi problemi nel mondo del lavoro, il gender gap.

venerdì 27 marzo 2020

STEP #04

"Lavorare" nella mitologia

Esiodo, nel poema "Le opere e i giorni", racconta di come l'umanità vivesse libera da mali, fatiche o preoccupazioni di ogni sorta. Quando però Pandora, spinta dalla curiosità aprì il vaso regalatole da Zeus, furono liberati spiriti maligni  che trasformarono il mondo in un luogo inospitale. Tra di essi vi era Ponos lo spirito del duro lavoro, che condannò l'uomo ad una vita di sofferenze e di fatica.

Nel mondo antico, il disprezzo del lavoro (in particolare quello manuale) è evidente dalla rappresentazione tradizionale di Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia. Egli viene descritto come una divinità deforme e zoppa sin dalla nascita, e proprio per il suo aspetto fu scaraventato giù dall'Olimpo dalla madre Era. Cadde nell'oceano, dove fu raccolto da Teti ed Eurinome, due ninfe che lo accolsero nella loro grotta sottomarina e lo accudirono come un figlio. Qui imparò il mestiere del fabbro, fabbricando oggetti di ogni tipo. 

Efesto, dio del fuoco 

Efesto si vendicò di Era costruendo e donandole un magico trono d'oro, dove non appena si sedette, fu imprigionata. Iniziò ad urlare attirando tutti gli dei, che implorarono Efesto di liberarla. Egli acconsentì, solo se lo avessero riconosciuto come dio. Zeus, per sdebitarsi con  Efesto per il torto fatto dalla moglie, gli offrì in sposa Afrodite, la dea della bellezza. 

Grazie alle sue abilità manuali e soprattutto all'ingegno, egli riuscì a sopperire alla mancanza di doti ultraterrene, ed a diventare l'artigiano degli dei. Trasferì la propria fucina nelle profondità dell’Etna, dove creò le armi magiche degli dei, oltre che a numerosi automi e marchingegni. 


Riferimenti:

martedì 24 marzo 2020

STEP #03



STEP #02

L'origine del termine

Il verbo lavorare deriva dal latino laborare, derivato a sua volta dal sostantivo labor che significa  sforzo, fatica.

Labor deriva dalla radice indoeuropea *LABH-/*RABH-, che esprime l’idea di afferrare, ma anche di desiderare. Secondo F. Rendich nella radice indoeuropea di riferimento “labh” si individuano le componenti [l] “ottenere liberamente”, [bh] “agendo con energia”: “acquisire”, “prendere”, “ottenere con fatica. Ritroviamo queste radici nei termini sanscriti labhate (prendere, ottenere) e rabhas (movimento violento dell’animo o del corpo), ma anche nel verbo greco  λαμβάνω (lambano) che significa prendere. 

Abbiamo visto come in questo termine sia presente l'idea del lavoro come sforzo. Troviamo questa accezione negativa anche nelle sue traduzioni in altre lingue
Già Cicerone, nelle Tusculanae disputationes, 2, 35, scriveva: "C’è una differenza tra labor e dolor, sono due parole molto vicine come significato, tuttavia, però, una differenza c’è: labor indica l’esecuzione di un compito e di un incarico gravoso attuato sia mentalmente sia fisicamente, dolor, invece, una sensazione penosa di sofferenza, estranea ai modi di sentire". 
Il poeta Virgilio, nelle Georgiche, I, 145-146 invece esaltava così il lavoro: “[…] labor omnia vicit improbus […]” tradotto in "Tutto vince il lavoro faticoso".

Inoltre, cercando il termine all'interno della saggezza popolare, lo si ritrova in numerosi proverbi dialettali:
Mpàrate a parlà e nun a faticà!
(Impara a parlare e non a lavorare)
Chi fatica, magna sardina, chi nun fatica, magna gallina
(Chi sgobba, mangia acciuga, chi se ne sta in ozio, mangia gallina.)
Si 'a fatica fosse bona, 'e priévete faticassero!
(Se il duro lavoro fosse una buona cosa, i preti lavorerebbero!)
Cu travagghia si fa lu immu, cu talia si fa lu giummu 
(Chi lavora si fa la gobba, chi non lavora si arricchisce)
Chi a travaja për sò cont a val për tre
(Chi lavora in proprio vale per tre)
Pitost che travajè la tera per mol-statne a cà a fè ‘l fol
(Non zappare il terreno quando è molle, piuttosto resta a casa in panciolle)


Riferimenti:

domenica 22 marzo 2020

STEP #01 bis

Il lavoro in (quasi) tutte le lingue del mondo

In questa seconda parte del primo post, andremo a confrontare le diverse traduzioni del verbo lavorare in alcune lingue straniere. 

Per le lingue romanze (derivate dal latino) il termine lavorare rimanda agli aspetti più negativi del lavoro: trabajar (spagnolo), travailler (francese), trabalhar (portoghese) hanno la loro radice nella stessa parola latina tripalium (tre pali), uno strumento di tortura utilizzato per punire gli schiavi. Di fatto in italiano troviamo ancora quest'idea di sofferenza nella parola travaglio, utilizzata per indicare i dolori durante il parto. 
Invece in tedesco la parola lavorare viene tradotta in arbeiten, che proviene dal termine indoeuropeo *hórbos (orfano o schiavo) legato al concetto di mancanza o necessità. 
In inglese il verbo work deriva da una fusione tra wyrcan (dall'inglese antico, "fare, costruire, produrre") e *wurkjanan  (dal protogermanico, "sforzare, lottare").
In arabo عَمَل (ʿamila) ed in ebraico עבודה (avodá) il termine lavorare è un calco semantico dal latino vīs.

Nella letteratura italiana, troviamo già il verbo lavorare in Della caducità della vita umana, una poesia del XIII° secolo di un autore anonimo.

Lavorare nel senso di "esercitare un'attività che richiede uno sforzo" lo si ritrova anche nella letteratura medievale francese del XIII° secolo in Poème moral. Mentre lavorare nel senso di "esercitare un'attività che per la sussistenza" è utilizzato in un documento del 1534 indicato a pagina 63 in "Ouvriers du Temps Passé: XVe-XVIe Siècles" di Henri Hauser.

La definizione del verbo lavorare la trovate nel primo post

giovedì 19 marzo 2020

STEP #01

Definizione ed etimologia del verbo lavorare

Il dizionario Garzanti definisce il verbo/azione lavorare come segue:

lavorare
[la-vo-rà-re] v. intr.

1. dedicare le energie del corpo e della mente a un’attività produttiva; esercitare un mestiere: lavorare sodo, con passione; lavorare a mano, a macchina; lavorare di martello; lavorare a un romanzo, a un quadro; lavorare in fabbrica, in banca; lavorare a cottimo, a giornata, a ore | lavorare di cervello, fare lavori intellettuali; anche, ingegnarsi, sfruttare la propria furbizia | lavorare d’astuzia, agire astutamente, trovare stratagemmi;
2. detto di animali, compiere una fatica utile all’uomo: i buoi lavorano la terra;
3. detto di strumenti, macchine, stabilimenti ecc., essere in azione, in funzione: in quello stabilimento gli impianti lavorano giorno e notte | riferito a parti del corpo umano: il suo fegato non lavora bene;
4. avere un buon giro d’affari, una vasta clientela: è un bar che lavora molto; il nostro ristorante non lavora più come prima;
5. agire copertamente, di nascosto; tramare: lavorano per fregare i piccoli azionisti | detto di cosa, agire, avere un dato effetto: il tempo lavora a suo favore;
6. v.tr. operare su una determinata materia per ridurla alla forma voluta o per trasformarla: lavorare il ferro, la creta; lavorare il legno; lavorare la terra, coltivarla; lavorare la pasta, manipolarla amalgamandone gli ingredienti; lavorare un testo, correggerlo, migliorarlo | esercitare la propria influenza per ottenere favori, vantaggi ecc.: lavorare il capoufficio per ottenere un aumento.

Etimologia: lat. laborare ‘affaticarsi, lavorare’, deriv. di labor ‘fatica, lavoro’.

In varie lingue europee, il significato originario della parola lavorare, sembra concentrarsi sui suoi aspetti più negativi: in francese travailler e in spagnolo trabajar è legato al dolore, mentre in tedesco arbeiten deriva da schiavo o servo.


Riferimenti: